Avete mai sentito parlare di food photography? Sì? Certo, altrimenti non sareste qui a leggere questo articolo. La food photography è una specialità fotografica, una specifica categoria che rientra nella sezione STILL LIFE. Ed è proprio da qui che ho iniziato io. Dalla fotografia di cose inanimate e che tanti giudicano assolutamente noiose.
In questo articolo cercheremo di capire perché la food photography è diventata così popolare e così diffusa e soprattutto per quale motivo ristoranti, chef e food blogger dovrebbero rivolgersi ad un vero fotografo food per aumentare visibilità e vendite.
La food photography può essere inquadrata come una specifica sottocategoria del genere STILL LIFE*. Ma non è da confondere con la fotografia di prodotto, che spesso è messa allo stesso livello della fotografia food. Rispetto alle foto dei prodotti che vediamo sui grandi negozi online, la food photography fa un’azione che la contraddistingue rispetto alla foto di prodotto: COMUNICA.
Una bella fotografia food vende di più di un qualsiasi paio di jeans con fondo bianco. Potrei stare ore a guardare un sito di ricette, se sono fotografate bene, se invece le foto lasciano a desiderare, resterò certamente meno tempo.
Nuova categoria fotografica?
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, la fotografia food non è un’invenzione degli ultimi anni. Esistono fotografie antiche che ritraggono il cibo già verso la metà dell’800 e uno dei pionieri fu il fotografo inglese Talbot. Un po’ come si faceva con i quadri, le composizioni di “nature morte” ci sono sempre state, anche in campo fotografico.
La vera svolta però arriva negli anni ’40, negli Stati Uniti. E’ in questo periodo che la food photography diventa un vero e proprio veicolo di marketing che guida i consumatori ad acquistare prodotti alimentari. La prima grossa azienda a credere nelle potenzialità della food photography è CRISCO seguita da AUNT JASMINA. I due brand alimentari iniziarono a distribuire dei mini booklets con ricette e fotografie di cibo realizzato con i loro prodotti. Fu la svolta.
Perché la food photography è così importante?
Una volta a Milano mi sono trovata a parlare con un ristoratore. Era un giovedì e aveva 3 clienti nel suo bel ristorante, zona Isola – Garibaldi. Una tutt’altro che moscia. Insieme a me c’erano 3 tavoli occupati da un totale di 6 clienti, me compresa, che stavano mangiando. Un locale da 60 coperti che ne fa 10 a pranzo è davvero uno spreco. In una zona dove c’è davvero molto movimento. Così le cose sono due: o si mangia male o è caro.
Invece no. Si mangiava piuttosto bene e i prezzi erano nella norma, ma il ristoratore non capiva come mai l’affluenza al suo locale era così scarsa. Ne abbiamo parlato per un po’, mentre bevevo il mio caffè a fine pranzo. E in pochi minuti ci siamo ritrovati a parlare di pubblicità, di sponsorizzazioni social e di altre piccole cose che il ristoratore cercava di fare per raggiungere nuovi clienti. Spendeva oltre 100 euro al giorno per non avere NULLA.
Abbiamo guardato insieme il suo profilo FACEBOOK e il suo locale su Tripadvisor e c’erano foto agghiaccianti. Buie, storte, sfocate. Ho chiesto se avesse mai pensato di assumere un fotografo per fare delle belle foto ai suoi piatti. Lui si è irrigidito, dicendo che stava già spendendo troppo, che la pubblicità è morta e che le foto preferiva farsele da solo o farle fare al cameriere: non costano niente e almeno i clienti vedono i piatti così come li serviamo veramente.

Io sono rimasta senza parole. Cioè lui pagava facebook per fare pubblicità ma non voleva pagare un fotografo per delle foto che avrebbe potuto usare su facebook per raggiungere nuovi clienti. E poi .. ha praticamente detto che le foto dei fotografi sono foto che non raccontano la realtà. Forse non voleva assumere nessuno perché nella sua mente un po’ bacata pensava che avrebbe pensato a tutto Facebook. Paghi zio Mark e i clienti arrivano. Era evidente che la strategia non stava funzionando. E non funziona nemmeno adesso che sto scrivendo questo articolo. Alla fine del pranzo, ho pagato, ho salutato il ristoratore, sono uscita e NON ho mai recensito quel locale.
Tanti ristoratori ragionano così. Altri non si pongono il problema, dicendo che stanno bene così. Altri ancora pensano che per avere pubblicità bastino le foto che scattano i clienti e che postano su TRIPADVISOR.
Per noi fotografi food questi ragionamenti non sono nient’altro che negare l’evidenza di un problema che c’è, ma che al momento non è percepito come importante. Se ne accorgeranno col tempo.
LE FOTO DI TRIPADVISOR E DEI SOCIAL

Un’immagine vende meglio di 1000 parole. Se poi l’immagine è gradevole, ambientata e racconta qualcosa, allora hai vinto. Ed è questo che dovrebbero comprendere ristoratori, non si può vivere di sole foto scattate dai clienti che sporadicamente fotografano i piatti mentre mangiano.
Prova ad aprire il sito di TRIPADVISOR e cerca un ristorante che conosci. Uno di quei ristoranti che visiti spesso. Quante foto belle ci sono sul profilo del tuo ristorante preferito? Tante!? Nessuna? Qualcuna?
Quante volte hai scartato un ristorante solo perché aveva foto indefinite sulla sua pagina facebook? Noi lo facciamo spesso. Se le foto non ci ispirano, in genere non prenotiamo o non visitiamo quel locale, perché prima si mangia con gli occhi e poi con la bocca.
Se invece stai pensando di aprire un ristorante o un locale alla moda, ti consiglio di ragionare fin da subito sull’immagine che vuoi lanciare. E’ una cosa troppo importante. La food photography è il tassello di partenza per tutte le professioni che lavorano con il cibo.
Non siamo più negli anni ’70 quando, per farsi pubblicità, bastava un volantino lasciato sul parabrezza delle macchine nei parcheggi delle stazioni. E sono finiti anche i tempi dei codici sconto.
La concorrenza è tanta, bisogna partire con il piede giusto e costruire una solida strategia comunicativa che spesso inizia con la fotografia food e con i video promo.
Che ne dici?